Rosti (Vanguard), efficienza dei costi come motore dell’evoluzione della consulenza

A 5 anni dalla quotazione in Italia dei propri prodotti finanziari, Vanguard fa un primo bilancio della propria attività nel nostro Paese ma non solo. Il racconto è affidato alle parole di Simone Rosti country head Italy, che, dopo aver illustrato i traguardi raggiunti, affronta il tema della Retail investment strategy, con riferimento al tema degli inducement e dell’efficienza dei prodotti in termini di value for money. È stato affrontato anche il tema dell’evoluzione della consulenza finanziaria, presentando i risultati di un’indagine statistica che ha coinvolto 1000 consulenti finanziari di Italia, Germania e Regno Unito, con l’aiuto di Diana Lazzati head of intermediary wholesale Italy.

Rosti inizia ricordando la struttura proprietaria mutualistica di Vanguard secondo la quale la società è detenuta dai propri investitori, che fa sì che gli interessi degli investitori vengano sempre posti in primo piano, per offrire le soluzioni più efficienti e meno costose: tema dei costi come elemento discriminante, non solo per gli Etf ma anche per i fondi attivi e passivi.

Alcuni dati per quantificare l’attività in Italia: superata la soglia di 10 miliardi di euro in gestione; più della metà degli Etf raccolti in Italia sono di Vanguard; dal 2023 i prodotti sono disponibili sul Online Sim per gli investitori retail; a Milano è stato aperto un ufficio con un team dedicato di 11 persone, in procinto di allargarsi, che segue non solo gli investitori istituzionali ma svolge anche attività di training nei confronti dei consulenti finanziari.

Vediamo ora i risultati della survey di Vanguard sul mercato europeo della consulenza finanziaria, che pongono in evidenza il lavoro che attende i consulenti, i fornitori e i responsabili politici per migliorare i risultati per gli investitori retail.

Il campione finale è composto da oltre 1.000 consulenti finanziari di Regno Unito, Germania e Italia. La ricerca è stata condotta alla fine del 2022 e ha richiesto 6/9 mesi di testing per validare i risultati ottenuti.

Offerta di servizi dei consulenti

Risultato 1: prevalenza della consulenza basata sulle commissioni in Europa

L’impatto della Retail Distribution Review (Rdr) nel Regno Unito è chiaramente visibile sul mercato. La struttura predominante oggi nel Regno Unito è quella fee-based, un modello applicato dal 60% dei consulenti britannici intervistati. I consulenti finanziari tedeschi e quelli italiani attualmente si affidano maggiormente a un modello commission-based (rispettivamente 47% e 43%) o a un modello misto, mentre solo l’11-15% dei consulenti intervistati applica un modello fee-based.

Risultato 2: la consulenza indipendente offre una migliore asset allocation

I consulenti britannici intervistati hanno stimato di allocare il 70% degli AuM dei clienti in fondi comuni ed Etf, rispetto al 55% in Italia e al 53% in Germania. Per contro, i consulenti italiani stimano che una percentuale molto più elevata di AuM dei clienti sia allocata in prodotti assicurativi (21%, rispetto al 14% in Germania e al 5% nel Regno Unito).

Risultato 3: la consulenza a pagamento offre una proposta di valore più completa

Tutti i consulenti in Germania, Italia e Regno Unito hanno indicato la consulenza sugli investimenti come il proprio ruolo principale nel servire i clienti. I dati dell’indagine mostrano però che i consulenti del Regno Unito sono molto più concentrati sulla consulenza previdenziale (con il 75% che la descrive come una funzione di consulenza chiave) rispetto ai consulenti in Germania e in Italia (rispettivamente con il 15% e il 17%).

Risultato 4: i consulenti in Germania e in Italia potrebbero adattarsi a un modello fee-based

La survey ha chiesto ai consulenti finanziari in Italia e Germania: “Con quale probabilità lascerebbe il settore della consulenza finanziaria se si passasse a un modello fee-based?”. Complessivamente, meno del 10% dei consulenti in Germania e in Italia ha dichiarato che nel caso potrebbe abbandonare il mercato.

Costo totale degli investimenti

Risultato 5: Il costo totale dell’investimento varia notevolmente da un Paese all’altro

Su una base media ponderata (per il cliente), la Germania è un mercato con costi significativamente più elevati rispetto all’Italia e al Regno Unito.

L’andamento dei costi mediani ponderati è diverso: l’Italia ha la mediana più alta (1,85%), seguita da Germania (1,75%) e Regno Unito (1,40%).

In tutti e tre i mercati analizzati, i principali blocchi di costi riguardano le spese correnti (principalmente le commissioni di gestione dei fondi e le commissioni di vendita) e i costi di negoziazione/transazione, compresi gli spread.

Risultato 6: la consulenza fee-based offre un costo totale degli investimenti nettamente inferiore

Abbiamo esaminato il costo totale degli investimenti per i tre tipi di modelli di consulenza: commission-based, fee-based e ibrido. Con campioni di oltre 350 consulenti per ciascun gruppo nei tre Paesi, è stato dimostrato in modo statisticamente solido che il costo totale degli investimenti è nettamente inferiore con il modello fee-based. Nel complesso, il divario è notevole: il totale medio degli investimenti con un modello commission-based è di 2,25% all’anno, quasi il 50% in più rispetto al modello fee-based.

Risultato 7: Trasparenza dei costi

A 3.000 investitori (1.000 per ogni Paese) è stato chiesto di stimare il costo totale che pagano per gli investimenti.

Questi i risultati divisi per Stato:

Regno Unito: costo stimato: 1,78%; costo totale pagato: 1,64%.

Germania: costo stimato: 1,61%; costo totale pagato: 2,35%.

Italia: costo stimato: 1,60%; costo totale pagato: 1,91%.

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